martedì 24 marzo 2015

LE CARATTERISTICHE DELL'OPERA BUZZATIANA





La critica ha cercato di unificare la produzione di Buzzati, di trovare continuità e caratteristiche comuni tra le varie opere ed è infatti stato considerato uno scrittore di genere fantastico, anche se il fantastico di Buzzati è da intendere in senso lato, poiché si combina con il fiabesco, il realismo, il grottesco, il paradosso, il simbolismo, la metafisica, l’esistenzialismo, la fantascienza e il romanticismo. Una caratteristica importante dell’opera di Buzzati è infatti il rapporto fra realismo e fantastico, che si presentano contemporaneamente anche se sembrano essere due componenti opposte: la descrizione minuziosa, precisa e oggettiva, derivante dalla scrittura giornalistica, dà credibilità al fantastico e allo stesso tempo crea un contrasto di ambiti, supporto indispensabile al fantastico stesso, dunque la rappresentazione della realtà risulta anti-oggettiva e anti-realistica. Questo tipo di narrazione è utilizzato anche da scrittori come Kafka, al quale Buzzati è stato continuamente paragonato, sia per una questione di stile che di visione del mondo, anche però talvolta in maniera forzata e eccessiva,  e Poe, di cui Buzzati si è dichiarato un assiduo lettore e dal quale ha tratto ispirazione per la struttura del racconto e l’utilizzo di elementi “horror”. Buzzati apprezza il genere fantastico perché esso trova espressione nella forma del racconto, che nella sua brevità riesce ad accentrare, a svolgere e a risolvere i temi narrativi con grande efficacia ed espressività; è verso il finale che si concentra e spesso si ribalta il nucleo di avvenimenti posti all’inizio, dopo che l’autore è riuscito a tenere alta l’attenzione del lettore nel corso della narrazione; la tecnica arriva talvolta ad accostarsi ai procedimenti tipici del racconto giallo, con elementi d’avventura e di suspence, ma mentre nel giallo l’enigma è svelato razionalmente alla fine della storia, il racconto fantastico di Buzzati preferisce un non-finale, rimanendo avvolto nel mistero.


Il romanzo è definito romanzo-racconto, in quanto non presenta una notevole estensione e ha uno schema simile a quello del racconto, piuttosto semplice, come in “Barnabo delle montagne” e “Il segreto del bosco vecchio”, che hanno una struttura fiabesca, o “La famosa invasione degli orsi in Sicilia”, che è proprio identificata come favola. “Il deserto dei tartari” presenta invece una maggiore complessità, per quanto riguarda l’interpretazione, gli influssi letterari e culturali e lo stile; anche la struttura è diversa, infatti la trama è quasi inesistente ed incentrata tutta sull’attesa e sulla speranza che qualcosa possa accadere nella solitudine e nella desolazione della fortezza all’interno della quale è ambientata la vicenda e sui pensieri dei personaggi.

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